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Vasetto 0,5 grammi in pistilli/fili zafferano dell’Aquila DOP

14,00 

Disponibilità:

Venduto da: Coop. Altopiano di Navelli

I pistilli vengono essiccati ogni giorno della raccolta con metodo naturale, su brace di legna di quercia o mandorlo.

Il vasetto è disponibile in confezioni da 0,5 e da 1 grammo.

Il prodotto in fili deve essere lasciato in infusione in acqua calda (o brodo) per un tempo di almeno 2 ore per poi essere aggiunto ai piatti in preparazione.

Le Ricette

È bello stare dietro i fornelli e fantasticare a realizzare i pasti quotidiani sia per la famiglia che per gli amici.

Una bella soluzione alla preparazione di vari piatti particolari e rari ve li propone una spezia chiamata per eccellenza d’ORO è lo zafferano dell’Aquila, che dà un contributo apprezzabile perchè nonostante l’elemento base dei piatti che si suggeriscono è sempre lo ZAFFERANO, il ricettario che ne deriva non si può definire certo monotono.

Le ricette che si propongono sono numerose e sono così nuove ed insolite quasi da sembrare rivoluzionarie. La forma, la buona descrizione e l’impostazione della foto e dei particolari faciliteranno certamente sia la scelta del piatto che la sua realizzazione.

Le ricette allo zafferano possono facilitare l’opera di chi si mette in cucina, sia l’esperto che il dilettante.

Comunque saranno gradite a coloro che vogliono mangiare sano senza rinunciare al buon gusto.

In queste poche pagine, lo zafferano viene presentato come nuovo alimento esotico ma nello stesso tempo casalingo.

Insomma questo signor Zafferano è un personaggio simpatico e benefico che fà piacere a tutti incontrarlo a tavola.

Coop. Altopiano di Navelli

Era il 7 aprile del 1971 quando si presentarono a L’Aquila, davanti al notaio dott. Carlo Cricchi ben 46 piccoli produttori di zafferano di diversi borghi dell’Altopiano di Navelli, accomunati dall’idea di cooperazione messa in piedi dal nostro Silvio Salvatore Sarra: lì nacque la Cooperativa “Altopiano di Navelli”.

L’unione dei produttori in cooperativa si rese necessaria perché, in quegli anni, il prezzo dello zafferano era crollato e non vi era richiesta di mercato. A causa di ciò, sussisteva un certo sconforto tra i coltivatori, tale che alcuni di loro cominciarono a distruggere i bulbi, a darli in pasto alle bestie che allevavano, a non coltivare più lo zafferano.

Da allora, grazie alla costituzione della cooperativa, con la guida di Silvio Salvatore Sarra, le cose cominciarono a cambiare pur se tra mille difficoltà iniziali.

La vera svolta positiva per la nostra piccola realtà avvenne quando la più grande e ispirata collaboratrice di Silvio, la sorella Giovannina, lo indirizzò a partecipare alla trasmissione Portobello che, condotta da Enzo Tortora, entrava in quegli anni nelle case di praticamente tutti gli italiani. La vetrina televisiva fu un vero trionfo e da allora il nostro oro rosso dell’Abruzzo aquilano cominciò ad essere conosciuto davvero in tutto il mondo, anche perché questo specifico zafferano è insuperabile come qualità, tanto che nel 1989 una commissione di esperti a livello mondiale gli conferì il primato nel mondo, cui seguì nel 1991 un ulteriore riconoscimento per la Cooperativa con “l’Atomo d’oro”.

La lunga lista di riconoscimenti ha trovato poi la sua vetta nel 2005, quando l’Unione Europea ha riconosciuto al nostro Zafferano dell’Aquila il marchio DOP, denominazione di origine protetta, al prodotto coltivato nei 13 Comuni dell’aquilano riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole.

Descrizione Prodotto

La mitologia greca attribuisce la nascita dello zafferano all’amore di un bellissimo giovane di nome Crocus che viveva al riparo degli Dei.

Crocus si innamorò di una dolce ninfa di nome Smilace che era la favorita del Dio Ermes. Il Nume, per vendicarsi di Crocus, trasformò il giovane nel bellissimo fìore dello zafferano.

Lo Zafferano è conosciuto da millenni, difatti Omero, Virgilio e Plinio ne parlano spesso nelle loro opere ed Ovidio nelle Metamorfosi.

Se ne parla nei papiri egiziani del II secolo a.C., nella Bibbia e nel IX e XII libro dell’Iliade.

Isocrate si faceva profumare i guanciali prima di andare a dormire e le donne troiane profumavano i pavimenti dei loro templi.

Lo zafferano si coltivava in Cilicia, Barbaria e Stiria. Infatti Scano scrive che i Sidoni e gli Stiri lo usavano per colorare i veli delle loro spose ed i sacerdoti per profumare i loro templi per le grandi cerimonie religiose.

Dall’Asia la coltivazione si estese in varie parti del mondo arrivnao anche in Tunisia e in Spagna, coprendo le zone di Albasete, Teruel, Toledo, Valencia e Murcia.

Come arriva a Navelli?

Da queste zone arrivò in Italia per mano di un certo monaco domenicano appartenente alla famiglia Santucci di Navelli.

Nel Sinodo di Toledo, celebrato intorno al 1230 e approvato da Papa Gregorio IX si istituì l’inquisizione. A tale epoca faceva parte del tribunale ii monaco Santucci, grande appassionato tanto delle leggi e tanto dell’agricoltura.

Il Santucci si innamorò fortemente della piccola pianta e pensando ai suoi terreni dolci della piana di Navelli pensò che questa pianta potesse dare molti buoni frutti.

Difatti lo zafferano qui trovò un habitat molto favorevole e venne fuori un prodotto di gran lunga superiore a quello coltivato in altre nazioni. Rapidamente la coltura si estese nei dintorni e le famiglie nobili che da poco avevano fondato la città de L’Aquila, (Notar Nanni, Ciolina, Bonanni, Signorini, ecc) dettero vita in breve tempo a grandi mercati con le città di Milano e Venezia.

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